Durante i miei workshop mi viene spesso chiesto dagli studenti quale tipo di lana sia solita raccomandare. Ovviamente ho le mie lane preferite ma la risposta dipende soprattutto da quale progetto si intenda realizzare. Ogni lana infatti ha le proprie caratteristiche e questo incide moltissimo sul risultato finale del feltro realizzato. Una volta che si sono individuate le caratteristiche salienti di una particolare lana diventa poi facile fare la scelta giusta.
Il mio lavoro consiste principalmente nella realizzazione di sculture tridimensionali. E’ per questo che tendo a usare una miscela di lane che vanno dai 28 ai 32 micron. Dato che le mie realizzazioni hanno strutture complesse prediligo lavorare con la lana cardata piuttosto che con il tops. Le fibre si stendono più facilmente e, una volta stese, sono più domabili e facili da direzionare.
In questo articolo ho deciso di mettere a confronto la lana Bergschaf cardata (30 micron) con la lana Extra Fine Merino cardata (19 micron). Uso raramente la Extra Fine Merino, e mai per le mie sculture, così ero curiosa di vedere la sua resa.
Il primo passo è stato quello di realizzare un semplice campione di feltro, piatto. Uno con la extra fine merino e uno con la bergschaf. Questo per calcolare sia il restringimento delle fibre sia la performance.
Il campione A (Bergschaf) ha mostrato un restringimento del 31% mentre il campione B (extra fine merino) il 41%. Oltre alla differenza di restringimento fra le due fibre (dovuta dalla diversa morfologia delle fibre) è interessante da notare che la Bergschaf, una volta lavorata, risulta più pelosa della merino.
Ho poi iniziato la sperimentazione vera e propria. E ho deciso di farlo creando una serie di piccole sculture in feltro. Ho realizzato tutte coppie, con la stessa quantità di lana e con la stessa tecnica. Ciò che cambia è la lana utilizzata chiaramente. Ciascuna coppia è infatti formata da una piccola scultura fatta con la Bergschaf e una con la extra fine merino.
In questa prima coppia di sculture 3D, appoggiate sopra uno scampolo di feltro, ho incorporato alcune strisce di prefeltro di diverso spessore. Giocando con differenti spessori si possono ottenere altrettanti risultati piuttosto interessanti. Più spessi sono gli strati di lana e minore sarà il restringimento della stessa. Più sottili sono gli strati di lana e maggiore sarà il restringimento delle fibre. Il contrasto tra gli strati più spessi e quelli più sottili produrranno delle distorsioni su tutta la struttura dell’opera complessiva. Sono proprio queste rigidità che permettono di ottenere una scultura in feltro 3D. Questo approccio alla lavorazione delle fibre va affrontato in maniera intuitiva per dare spazio alla fantasia. Io consiglio vivamente di sperimentarlo.
La differenza tra i due campioni è piuttosto suggestiva. Il campione realizzato con la merino extra fine si infeltrisce con estrema velocità rispetto a quello con la Bergschaf. Ed è stato più facile lavorare su ogni più piccolo dettaglio. Sono riuscita a lavorare anche le pieghe più insidiose. Nel complesso però la sua forma finale rimane troppo morbida e cedevole. La mia preoccupazione è infatti stata quella che, su larga scala, la scultura di feltro non sarebbe stata abbastanza rigida. Questo aspetto è molto importante per me poiché lavoro sempre su progetti di grandi dimensioni.
Al contrario il pezzo realizzato con la Bergschaf è più robusto e tiene meglio la forma ma è stato più difficile ottenere dei dettagli ben definiti, soprattutto le pieghe. Dopo aver lavorato per un po’ il pezzo, la scultura ha preso forma ma la superficie era molto pelosa. Tanto che, una volta finito il pezzo, ho dovuto bruciare il primo strato in modo da rivelare la vera forma della scultura. Un’altra cosa che ho notato è che il colore del prefeltro migrato attraverso la superficie del feltro è stato maggiore nella extra fine merino.
Nella prossima coppia di campioni ho voluto testare una diversa tecnica per incorporare il prefeltro.
Campione 2: esempi di restringimento/resistenza
La differenza che salta più all’occhio tra questi due campioni è che la superficie del pezzo realizzato con la merino extra fine (R) è molto più sottile e meno definito. Sebbene il contorno dei prefeltri sia ben visibile, gli effetti complessivi risultano più come una decorazione che una superficie scolpita. Al contrario, il pezzo realizzato con la Bergschaf (L) l’aspetto tridimensionale è molto più spiccato. Se dovessi ripetere questo campione con l’extra fine merino sceglierei di usare del prefeltro più sottile per vedere se sia possibile ottenere un effetto 3D simile a quello che si ottiene con la Bergschaf.
Avendo notato una differenza così sostanziale ero curiosa di vedere come la merino extra fine si sarebbe comportata con una consistenza più complessa e cioè inserendo strati multipli.
Con mia sorpresa la merino si è comportata meglio del previsto: il pezzo finito è certo ancora piuttosto morbido e meno robusto di quando vorrei però sono riuscita ad ottenere una forma piacevole, ben definita. E sta in piedi da sola. La lana Bergschaf si è comporta come mi aspettavo, una finitura robusta e molto pelosa che ha richiesto una rasatura e una bruciatura dei peli per far emergere i dettagli della scultura.
In ultimo ho voluto sperimentare le performance di entrambe le lane in una delle mie tecniche preferite: cucire all’interno del prefeltro.
Dopo aver messo a confronto queste due diverse lane la mia conclusione è che entrambe possono essere utilizzate per realizzare oggetti di una certa rigidità. Tenendo conto però delle differenti finalità che ci poniamo: la Bergschaf è una lana ruvida ed è consigliabile per realizzare articoli quali le pantofole per esempio. Ha una buona performance anche per le realizzazioni 3D. Si infeltrisce con facilità e ti da la possibilità di ottenere oggetti robusti che tengono bene la forma. A patto che il feltro sia ben fatto, cioè che abbia una texture bella fitta, si possono ottenere buoni risultati anche con lavori in larga scala. L’aspetto negativo di questa lana è che la superficie rimane pelosa e che necessita di essere rasata e bruciata se volete ottenere una superficie liscia.
La extra fine merino è adatta per piccolo lavori 3D in quanto non mostra la rigidità che si può ottenere con la Bergschaf. Questa lana, per essere utilizzata in opere scultoree in larga scala, avrebbe bisogno di essere irrigidita. I punti di forza di questa fibra sono che è estremamente veloce da infeltrire, che ha una rifinitura perfettamente liscia in superficie e che permette di ottenere anche piccoli dettagli. Tutte caratteristiche interessanti da sfruttare.
Sono rimasta piacevolmente sorpresa dalla performance della extra fine merino. Il passo successivo sarà quello di realizzare un pezzo combinando queste due lane in modo da sfruttare i benefici di entrambe ma in un unico pezzo. Ci sarebbe bisogno di sperimentare precedentemente il rapporto lana/quantità per ciascuna delle due fibre, ma di questo ne parleremo un’altra volta.
Gladys Paulus
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