Da qualche tempo ormai, a Casteltodino, in provincia di Terni, si svolgono alcuni incontri imperniati sulla condivisione delle tecniche del feltro.
Silvia Argenti assieme a Eva Basile, Konny Kuligk, Iliana Ricci, Diana Biscaioli e Maria Cristina Modanesi, hanno dato vita e forma al desiderio di protrarre nel tempo l’esperienza collettiva di Feltrosa, il sistema è quello dell’educazione informale, senza una guida, bensì attraverso una spontanea condivisione ed osservazione del lavoro altrui.
Viene stabilito un tema, una tecnica da approfondire, poche linee direttrici che ogni partecipante è poi libero di interpretare liberamente secondo la propria sensibilità.
Lavorare il feltro in gruppo permette di apprendere in maniera più naturale, attraverso l'osservazione e secondo i propri ritmi. L'educazione informale è un'efficace forma di trasmissione del sapere.
L’esperienza fa sì che tutto si svolga in un’atmosfera rilassata, dove il fare feltro ricorda il lavoro delle donne al lavatoio, inginocchiate al “brellin”, la fatica e la parola, il riso ed il disappunto per qualcosa che non va, la domanda ed il confronto. La lana, l’acqua ed il sapone.
Il tema dell’incontro dello scorso 4 Agosto era il tentativo di realizzare un feltro sottile, con la tecnica del Nuno Feltro, ovvero il feltro che si forma incorporando un tessuto rado quale può essere uno chiffon od una garza, in cui inserire dei ciuffi di lana, una tecnica questa oggetto del workshop di Gudrun Bartenberger a Feltrosa 2013.
A questo incontro hanno partecipato anche Gaia Girard e Lucia Pierri.
Silvia Argenti ed il mastino Morena, le ospiti di FeltroSilvia
Eva Basile mostra il suo lavoro appena compiuto
Eva ha utilizzato i bottoni e il tops di bambù
Konny Kuligk osserva il risultato del suo intenso lavoro
Konny ha utilizzato i fazzoletti di seta nel proprio lavoro
Iliana Ricci e il suo collo in nunofeltro
Lucia Pierri ha provato per la prima volta il nuno feltro
Diana Biscaioli valuta il suo lavoro alla luce del sole della campagna umbra
Gaia Girard alla fine dell'impegnativa giornata di lavoro
Gaia ha utilizzato la lana merino extrafine in tops per il suo feltro
Maria Cristina Modanesi ha sperimentato abbinando fibre di lana ed un tessuto stampato
I risultati sono stati vari, sia tecnicamente che qualitativamente, ma l’oggetto di studio non era arrivare ad un risultato perfetto e cristallizzato, bensì permettersi anche di sperimentare qualcosa di non comune ed inusuale. Spesso quello che si apprende ai workshop deve essere poi elaborato per far sì che diventi realmente parte del proprio personale repertorio e quella che sembra essere una tecnica perfetta, sposata con il linguaggio dell’insegnante, potrebbe non essere la scelta migliore per l’allievo. Gli incontri presso casa di Iliana e Silvia come tutte le altre giornate di lavoro collettivo in giro per l’Italia sono un’occasione di confronto e socializzazione, oltre ad essere interessanti opportunità di apprendimento per i partecipanti.
Il saluto di fine giornata si accompagna alla promessa di rivedersi presto, come anche ad un’analisi del tempo trascorso assieme, qualche parola sulla complessità del lavoro, un commento sulla corroborante fatica accumulata e la felicità di aver lavorato in compagnia.
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