La lana può essere raggruppata in 3 grandi categorie:
La tosatura delle pecore si esegue una volta l’anno e in alcuni luoghi due volte. Il metodo tradizionale, ancora in uso in parecchi paesi, è quello della tosatura a mano fatta con grosse forbici oppure con tosatrici a pettine. Nei grandi allevamenti che possono, come in Australia, raggiungere anche i 10.000 capi, la tosatura viene fatta con speciali macchinette elettriche che assicurano una tosatura rapida e una rasatura massima. Non appena il vello è raso la lana viene raccolta e portata alla cernita. La prima operazione della cernita consiste nella sbordatura o skirting (che consiste nell’eliminazione degli scarti detti pezzami). A questo punto il vello viene arrotolato in modo che la spalla, cioè la parte migliore, resti al di sopra quindi si passa alla classificazione del prodotto che viene fatta prendendone in considerazione finezza, lunghezza, colore e condizioni generali.
Le lane di tosa si distinguono in:
La lana di 1° tosa si chiama agnellina, il famoso lambswool. Questa lana proviene da agnellini intonsi fino agli 8 mesi di vita. È una buonissima lana (19.5 micron) per la quale l’I.W.S (International Wool Secretariat) ha lanciato nel 1984 il famoso marchio LAMBSWOOL abbinandolo al simbolo della pura lana vergine con il proposito di tutelare la lana extrafine di agnello.
Il vello grezzo è formato da ciocche di fibre più o meno agglutinate dall’untume e dal sudore mischiati a sostanze di varia natura come fibre, paglia, polvere. Liberate da tutte le impurità le ciocche si dimostrano formate da fibre di lunghezza oscillante dai 4/6 ai 40 cm. È cattiva conduttrice di calore e ciò la rende apprezzata per la preparazione dei tessuti caldi, ma ciò che rende veramente coibente e protettivo un tessuto di lana risiede nella sua particolare struttura che le permette di trattenere l’aria nell’intrico delle sue fibre elementari.
È la fibra con il più elevato potere di assorbimento dell’umidità ma nel contempo è altamente idrorepellente. Una goccia d’acqua fatta cadere su un tessuto di lana, una volta rimossa, non lascia alcuna traccia di bagnato. Può infatti assorbire umidità fino al 33% del proprio peso senza dare sensazione di bagnato. Ciò che avviene è una reazione chimica dalla quale la fibra sviluppa calore, mentre le sue molecole assorbono l’umidità. Tutto questo consente al corpo umano la massima protezione contro repentini sbalzi di temperatura. È la fibra meno infiammabile che esista, brucia con difficoltà emanando un odore sgradevole e forma un carbone gonfio e spugnoso.
Al microscopio la lana appare formata da 3 strati:
La lana è costituita da cheratina, proteina ricca di zolfo costituente essenziale anche di unghie, capelli e corna e da sostanze grasse che, purificate, prendono il nome di lanolina. I caratteri che ne determinano il valore e la sua idoneità a diversi usi sono: la finezza, la lunghezza, le ondulazioni, le elasticità, la tenacità, il colore. La finezza è senz’altro uno dei caratteri più importanti poiché da esso dipende il grado di filabilità, ossia la lunghezza di filato che si può ottenere con un certo peso di lana. Le lane quindi sono considerate tanto più pregiate quanto sono più fini.
Le lane più fini sono anche le più corte e le più ondulate, come la merinos. Sono definite fibre corte quelle inferiori ai 6-7 cm, fibre lunghe quelle superiori (le longwools inglesi possono raggiungere anche 40 cm!). Le ondulazioni contribuiscono a dare alla lana morbidezza, sofficità, elasticità, adesione nella filatura. Più la fibra è fine tanto più frequenti e regolari sono le sue ondulazioni. Il colore più diffuso è il bianco avorio ma esistono anche pecore grigie, morette, nere e rossastre.
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