Intervista a Shana Kohnstamm

Shana Kohnstamm

Le recenti mostre di Shana Kohnstamm:

Mostre personali

  • The Wool Sculptures of Shana Kohnstamm, (Le sculture di lana di Shana Kohnstamm) Green Hills Library, Nashville TN
  • 2012 Surface Treat (Delizia della superficie), Nashville’s Smallest Art Gallery, Nashville TN

Selezione di mostre collettive, su invito e a concorso

  • Fine Contemporary Craft of the Southeastern US – Artspace, Raleigh NC *Award of Merit*
  • Courage Unmasked – OZ Nashville & Sarratt Gallery, Nashville TN
  • Dubious Expedition – Leanna Lin’s Wonderland Gallery, Los Angeles CA
  • Figuratively Speaking – Rymer Gallery, Nashville TN
  • Nexus 2014 Sculpture Exhibit – Dogwood Arts Festival. UT Downtown Gallery, Knoxville TN

Intervista

Quali sono le tue fonti d’ispirazione?
Per quanto possa sembrare un cliché, la natura è una grande fonte di ispirazione. La varietà di forme di vita, dagli organismi monocellulari fino ai giganti che popolano i mari, lascia senza parole. Io plagio continuamente il lavoro di Madre Natura - e lo faccio malissimo!

C’è un colore che prediligi rispetto ad altri per esprimere la tua arte?
Non particolarmente, anche se i miei colori in generale tendono a essere molto accesi. Ho fatto la pittrice per molto tempo prima di intraprendere questa avventura con le fibre. I miei dipinti stavano diventando sempre più oscuri. Quando ho scoperto il lavoro con il feltro sono stata felicemente sorpresa e i miei colori riflettono quella felicità che continua ancora oggi.

Il mondo dell’arte tessile è ampio ed eterogeneo, perché la lana  ha catturato maggiormente la tua attenzione?
Il mio background artistico è costituito dalla pittura e dalla scultura (argilla, metallo, tecnica mista), e ho sempre amato provare nuove tecniche quando possibile. Dopo un corso di infeltrimento a umido di due giorni, qualche anno fa, a casa mi misi a giocare con un po’ di lana. E poi con un altro po’. E poi imparai a realizzare il feltro ad ago. Piano piano misi da parte il cavalletto da pittura per fare spazio ad altra lana. La transizione fu piuttosto graduale e molto emozionante. Per me, il lavoro con il feltro è l’unione perfetta di pittura e scultura, e in più non sporca.

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Cosa esprimi con le tue Soft Sculpture?
Ottima domanda! E rispondo con un’altra domanda: “Che sensazioni dà a te?”. Mi interessa molto di più scoprire come gli altri reagiscono al mio lavoro, che non esprimermi.


C’è un periodo dell’anno o un momento del giorno nel quale sei più creativa?
Quando le giornate sono più lunghe e c’è più luce, mi sento decisamente più produttiva. (Se sia vero o no, è un mistero). Una breve giornata lavorativa in studio tra metà mattinata e metà pomeriggio sembra dare i frutti migliori. Quando non sono molto motivata, pulisco il mio spazio di lavoro o mi occupo della parte  amministrativa, che tutti detestiamo.

Una volta che la tua opera è finita, come ti senti? Ne sei gelosa e vorresti tenerla tutta per te oppure sei smaniosa di condividerla con gli altri?
Non so mai come verrà fuori una mia opera, per cui arrivare allo stato di lavoro “finito” è già di per sé un sollievo. Nelle rare occasioni in cui tutto va alla perfezione, vengo invasa da un’euforia inspiegabile e sento tutto il mio corpo vibrare di felicità. (È successo per l’opera bianca illuminata che ho realizzato per questo progetto). A volte divento possessiva verso alcuni lavori, specialmente quelli che segnano un momento cruciale della mia storia professionale. Come succede coi figli, però, dopo un po’ sono contenta che se ne vadano da casa.

Per alcuni, il processo creativo, è anche un momento di profonda analisi interiore. È lo stesso anche per te?
Quando ero più giovane, era decisamente così. Invecchiando, ho capito che risolvere certi problemi sarebbe stata una scelta migliore per la mia salute e per le mie relazioni personali, piuttosto che andare a smuoverli solo per stimolare la creatività. Ci sono voluti più tempo e fatica di quanto mi aspettassi per re-imparare a fare arte partendo da una condizione di pace e felicità. Ma ne è valsa la pena!

Raccontaci della collaborazione con DHG. Quale delle nostre fibre hai scelto per la realizzazione delle tue opere e perché? C’è un messaggio particolare dietro alle opere che ne sono scaturite? Il bilancio della collaborazione?
Ero già innamorata di tutti gli splendidi colori del Maori, così quando Gaia mi ha suggerito il Maori/Bergschaf, sono stata subito entusiasta di provarlo. Tutte le 15 colorazioni sono assolutamente seducenti (le immagini sul sito NON rendono loro giustizia). Non c’è un messaggio particolare, solo la passione di spingersi oltre ciò che è noto, esplorare e sperimentare coi materiali e le tecniche. Sono molto soddisfatta di questi lavori dal punto di vista tecnico, e ora ho capito meglio come il Bergschaf al tempo stesso ammorbidisca e rafforzi il Maori. È un’ottima combinazione.

Il tuo film preferito?
“Il Quinto Elemento”.  Di solito non riguardo i film che ho già visto, ma se mi imbatto in questo film in TV, lo rivedo fino alla fine ogni volta.

Il personaggio di un libro che più ti rispecchia?
La protagonista della “Principessa sul Pisello”. Credo che la mia natura creativa mi renda incredibilmente sensibile al mondo che mi circonda, o forse è la sensibilità che mi ha reso creativa. Sento rumori che gli altri non sentono, vedo cose (e colori) che altri non vedono e l’odore sbagliato per me può essere come una botta in testa. Quando ero più giovane, queste sensibilità mi rendevano intollerabile, sempre triste, sempre lamentosa. Ora che capisco me stessa e riesco a farmi capire dai miei amici e dai miei familiari, la vita è molto più bella (*Non sto assolutamente dicendo che mi considero una principessa!*)


La frase più ricorrente nei tuoi discorsi?
Grazie.

C’è un luogo a te caro, un luogo che custodisce buoni ricordi?
Anche se ci sono stata solo poche ore, l’Arboreto e Giardino Botanico di Waimea sull’isola di Oahu Hawaii è il posto più vicino al paradiso in cui io sia mai stata. Il profumo dei fiori tropicali, la diversità della flora, la cascata.... Mi sarei felicemente nascosta lì per settimane se avessi potuto.

Se ti dovessi descrivere con solo aggettivo, quale sarebbe?
Insolita.

Ti viene fatto il dono di poterti trasformare in un animale, cosa diventi e perché?
Dico sempre per scherzo che il mio animale spirituale è il Lori Lento. Essere una piovra o una seppia sarebbe una pacchia… galleggiare nel mare, sott’acqua, essere una maestra nel camuffarsi, curiosa e intelligente.

La macchina del tempo è a tua disposizione, puoi viaggiare nel passato. Quale periodo storico scegli e chi, fra gli illustri protagonisti della Storia dell’Umanità, vuoi conoscere?
Se avessi una macchina del tempo, prima di tutto aspetterei di avere 50 anni prima di usarla. Poi tornerei indietro, intorno al 1962, per fare visita alla mia eroina, Dorothea Tanning, ai tempi in cui viveva nella campagna francese con il marito, Max Ernst. Credo che sarebbe bellissimo passare il pomeriggio o un fine settimana in sua compagnia, da coetanee.

Puoi vedere le opere di Shana nella DHG Art Gallery.

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