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Hallo Halloween hallo zucca! Ci siamo, ancora una volta è tempo di dolcetto o scherzetto! Di una bella zucca arancione alla Jack O’lanter, bambini travestiti da fantasmi, scheletri o creature spaventose.
La primitiva tradizione di origine celtica, ma tutta made in America per come la conosciamo oggi, celebra chi non c’è più e lo fa con un pizzico di macabra ironia. Festività molto sentita negli Stati Uniti, ha preso piede anche in altri paesi. Ognuno dei quali ha dato una propria impronta personale. In generale comunque Vita e Morte si mischiano nella notte del 31 ottobre e la superstizione torna a girovagare per le strade e nelle case. Bambini e ragazzini in costume bussano alle porte del vicinato formulando la frase intimidatoria di rito: dolcetto o scherzetto? Se nessun dolciume verrà donato qualcosa di ‘brutto’ potrebbe accadere a chi è stato avaro di chicchi!
In Italia abbiamo delle usanze simili durante la commemorazione dei morti, il 02 novembre. Marmocchi che girano per il paese con una zucca raffigurante un teschio chiedendo ai passanti ‘me lo pagate il teschio?’. Oppure bambini che recitano filastrocche chiedendo frutta secca o piccoli regali per dare in cambio l’augurio di accedere al Paradiso. E’ proprio vero che alla fine siamo tutti più vicini di quanto pensiamo e che i sistemi che abbiamo inventato per sentirci più al sicuro, per dare un significato all’ignoto o ai moti della Natura sono simili a qualsiasi latitudine e longitudine. Un aspetto meraviglioso dell’animo umano secondo me.
Tradizioni anglosassoni e italiane a parte, volete sapere come passavo io la mia notte di Halloween quando ero una ragazzina? Un sacchetto di patatine, un succo di frutta, un lettone caldo e il mio film preferito sugli alieni: ET! Che sì non parla direttamente dell’aldilà nella maniera più classica ma che suggerisce un altro Regno ancora più grande, sconosciuto e per me anche più affascinante.
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