Volete realizzare un filato fatto a mano, ma non sapete da dove partire? Siete nel posto giusto! Infatti con questo articolo proveremo a spiegarvi la tecnica e i vari strumenti necessari per dare vita a dei veri e propri filati artistici unici nel loro genere. Per prima cosa dovrete cardare le fibre, miscelando le fibre e i colori a vostro piacimento e poi iniziare a filare. Ricordate che potete creare un filato fatto a mano ad un capo o a due capi.
MATERIALI
Tops lana merino extra fine
Lana Maori cardata
Lana merino extra fine cardata
Cardatrice a tamburo
Spazzole per cardare
Filatoio
Falda cardata
Per prima cosa vi spiegheremo l’utilizzo di ciascun strumento che vi permetterà di ottenere un filato fatto a mano unico nel suo genere. Esistono degli strumenti che svolgono la funzione di miscelare le fibre, come ad esempio le spazzole per cardare oppure la cardatrice a tamburo, mentre per ottenere il risultato finale, ovvero il filato, avrete bisogno del filatoio.
Una volta spiegati gli strumenti passeremo al tutorial su come realizzare un filato fatto a mano. In cui vi daremo le nozioni e le istruzioni per ottenere un buon risultato. Inoltre vi diremo anche come fare a capire se il vostro filato ha il giusto numero di torsioni e allo stesso tempo vi aiuteremo ad imparare un modus operandi per catalogare e quindi poi replicare ogni singolo filato.
Buon viaggio nella tecnica del filato fatto a mano.
Le spazzole per cardare sono in grado di lavorare solo piccole quantità di fibra alla volta, ma risultano particolarmente maneggevoli ed economiche.
La cardatrice a tamburo è invece uno strumento capace di cardare le fibre in modo più veloce, però a suo sfavore ha la dimensione e il costo più elevato.
Per prima cosa iniziate a disporre la lana su una delle due spazzole, potete fare più strati, fino a che non avete riempito tutto lo spessore degli aghi. Iniziate quindi a spazzolare con l’altra spazzola fino ad ottenere la miscela desiderata.
Una volta ottenuto il risultato voluto, potete spostare le fibre su un’unica spazzola. A questo punto non dovete fare altro che estrarre le fibre. Per fare quest’operazione in modo facile e veloce vi consigliamo di prendere due ferri da maglia e posizionarli fra le punte delle fibre che escono dalla spazzola. Tirate leggermente verso l’alto e arrotolate, andando così a creare un rotolo cavo di fibre abbastanza aperte.
Fate attenzione a non creare un rotolo troppo stretto altrimenti la filatura potrebbe risultare davvero difficile.
Nella cardatrice a tamburo dovete posizionare le fibre sul piano di alimentazione e azionare la ruota. In questo modo le fibre entreranno fra i due rulli e saranno pettinate e sovrapposte in un’unica direzione, dando origine al tappeto cardato detto anche “batt”. Miscelate i colori e le fibre a piacimento. Se volete prendere ispirazione vi consiglio di leggere l’articolo su come cardare i bozzoli di seta.
Per estrarre il tappeto dai rulli dovete utilizzare un utensile tipo il cacciavite. Una volta che avete estratto il batt, distendetelo su un piano e poi arrotolatelo con le mani. Anche in questo caso prestate attenzione a non creare un rotolo troppo stretto altrimenti la filatura potrebbe risultare davvero difficile.
Il filatoio è lo strumento che vi permetterà di ottenere il risultato finale, ovvero il filato artistico.
Sulla testa del filatoio è montata la bobina che andrà a contenere il filato. Gli uncini ai lati del volano servono per riempire la bobina in modo uniforme, spostando il filo di volta in volta.
Davanti e dietro la bobina c’è invece il freno che serve a stabilire la forza con cui il filatoio richiama il filato sulla bobina.
Il meccanismo è attivato da una cinghia di trasmissione che collega la ruota al pedale a terra.
Le scanalature, sia sulla ruota che in corrispondenza della testa della bobina, funzionano esattamente come nei rapporti delle biciclette. Servono per variare il numero di giri per pedalata, creando filati più o meno sottili.
Ogni filato artigianale viene formato un capo alla volta. Posizionate davanti al filatoio una sedia comoda, né troppo alta né troppo bassa. Legate alla bobina un filo robusto e abbastanza lungo: sarà il filo guida su cui potrete agganciare i filati.
Iniziate a pedalare facendo girare la ruota a vuoto, così da prendere confidenza con la sua resistenza dosando la quantità giusta di forza per la pedalata.
Prendete un ciuffo di fibra, con la mano sinistra chiudete fra pollice e indice il punto in cui la fibra si trasforma in filo, mentre la destra servirà ad allargare la fibra, tirandola indietro. Evitate di dare troppa torsione al filato, almeno inizialmente.
È importante prendere confidenza con la manualità, la pressione delle dita e la resistenza del freno. Ricordate di mantenere una pedalata costante.
La distanza ottimale delle mani dalla bobina dovrebbe essere 15-20 cm, sia per conservare una posizione comoda delle braccia che per controllare che la torsione proceda in modo corretto.
Non dimenticate di spostare il filo lungo la bobina usando gli uncini di metallo. Così il filato si avvolgerà in maniera uniforme senza ingarbugliarsi.
Interrompete la pedalata ed estraete dalla bobina qualche centimetro di filo. Se questo tende ad arrotolarsi su sé stesso e risulta un po’ elastico, significa che va benissimo. Nel caso in cui ciò non dovesse accadere, allora vuol dire che dovete imprimere più torsione al filato.
Per prima cosa è necessario che entrambi i capi che andrete a lavorare siano stati filati nello stesso senso. Posizionate le bobine piene sul “lazy kate” e legate i due capi con un piccolo nodo al filo guida della bobina vuota. Iniziate a pedalare facendo attenzione di far procedere la ruota in senso antiorario, o comunque opposto a quello di torsione dei due filati.
Così facendo i due capi del filato tenderanno ad agganciarsi l’uno sull’altro spontaneamente.
Per una resa omogenea è consigliabile mantenere una pedalata costante, così come la distanza fra le due mani. Quest’ultimo particolare è molto importante. Avvicinando le mani fra loro, l’angolo generato dai due capi sarà più acuto. Di conseguenza, senza la dovuta esperienza, i due filati rischierebbero di rimanere a tratti distaccati fra loro. Al contrario se le separiamo troppo, il filato risulterà molto rigido e difficile da lavorare.
Il filato a due capi si presta benissimo a sperimentazioni e variazioni di colore. La sua struttura risulta inoltre più facile da lavorare, sia maglia che a uncinetto.
Esattamente come fatto in precedenza, posizionate le bobine piene sul lazy kate e legate con un piccolo nodo i due capi al filo guida della bobina vuota. Iniziate a pedalare in senso antiorario facendo attenzione alla distanza fra le due mani, per lo stesso motivo di cui sopra.
In questo caso però sarà necessaria qualche accortezza in più visto che i filati commerciali sono solitamente più sottili rispetto a quelli fatti a mano.
In particolare fate attenzione alla forza con cui trattenete i due capi. Se trattenete di meno il filato, questo tenderà ad arrotolarsi su sé stesso formando una spirale, se invece trattenete di più il filato allora l’aspetto finale avrà una superfice liscia con un forte risalto del filo di doppiatura. Perciò è bene scegliere l’aspetto desiderato e cercare di mantenerlo per tutta la fase di ritorcitura.
Con questo metodo è possibile creare innumerevoli tipologie di filato, giocando con colori e spessori.
Una volta ultimata la ritorcitura passate alla formazione della matassa, per farlo dovete utilizzare il “niddy noddy”, ovvero uno strumento in legno pratico e leggero con la forma di doppia T sfalsata a 90°.
Posizionate la bobina sul lazy kate e montate il filato passandolo su ogni vertice della T. Ultimato l’anello di fili, estraete il filato dal niddy noddy e tendete in lieve tensione le due estremità. Ruotate la mano sinistra in avanti e la destra indietro e avvicinandole progressivamente, i due estremi si avvolgeranno a vicenda e la matassa sarà ultimata.
Il consiglio è di etichettare sempre il lavoro finito, riportando i materiali utilizzati, il peso e la lunghezza. Potrete conservare anche un piccolo campione di ciascun prodotto sia come promemoria ma anche per poterlo ripetere in lavori futuri.
Siamo giunti alla fine di questa guida completa sul filato fatto a mano. Speriamo che questo articolo vi sia piaciuto e vi sproni a realizzare un filato unico nel suo genere. In più, se volete, potete usufruire anche di un supporto visivo a tutto ciò che vi abbiamo appena spiegato, accompagnando così la lettura alla serie di video dedicata alla tecnica del filato fatto a mano. Inoltre, vi suggeriamo di leggere anche l’intervista esclusiva realizzata alle Lanivendole che hanno deciso di intraprendere questa professione a tempo pieno.
SCRIVI UN COMMENTO