Il treno parte presto per Roma, nella luce blu dell’alba carico in spalla gli attrezzi del mestiere per andare a raccogliere la testimonianza di Gaia Girard, una designer tessile capitolina che da anni ha sviluppato una sua personale ricerca con il nuno feltro.
Abbiamo incontrato Gaia in varie occasioni, ultima in ordine di tempo Feltrosa 2013 in qualità di docente.
Il laboratorio di Gaia si concentrava sullo sviluppo di un campionario di soluzioni tecniche e formali di nuno feltro focalizzato su tre elementi cardine materia, texture e colore che le allieve avrebbero poi potuto approfondire ed ampliare in autonomia o in gruppo sotto la guida dell’insegnante.
All’arrivo alla stazione Termini, vengo accolto da un commento ironico, tipico dello spirito romano:
“La senti? L’arietta intendo, perché certo, la vostra Firenze è bella, ma l’arietta, quella non ce l’avete.”
Tutta la giornata questa idea dell’arietta di Roma ha pervaso i miei pensieri, si tratta solo di un fenomeno climatico oppure dietro alla brezza romana si nasconde altro? Domanda retorica, ovviamente, perché dietro alla brezza romana si cela uno spirito, un'attitudine che va abbracciata ed accolta, solo così è possibile capire le multiformi capacità della nostra designer romana.
Roma è diversa da ogni altra città italiana per la sua stratificazione, è tridimensionale e profonda per costituzione, sale dalle catacombe fino alle alte vette di San Pietro, del Gianicolo e degli altri colli romani.
Il percorso che affrontiamo parte da Santa Cecilia in Trastevere, per arrivare all’isola Tiberina sede dell’ospedale sorto là dove un tempo era stato eretto il tempio di Esculapio ed al ponte Fabricio con le sue erme quadrifronti. Roma ti entra dentro e ti circonda con la sua brezza fino a Largo Argentina, fino a Campo de’ Fiori, unica piazza romana senza una chiesa, emblema della laicità, con la statua di Giordano Bruno. Seguono piazza Farnese, piazza Trilussa, per giungere alla Basilica di Santa Maria in Trastevere, dove entriamo per ammirare la decorazione lapidea del pavimento, fonte di muta fascinazione per Gaia sin da tenera età.
Il tragitto ripiega fino a che non raggiungiamo il punto di partenza per poi riprendere la nostra vettura e raggiungere la casa/studio della designer capitolina. L’abitazione è un quadro della personalità della padrona di casa che ha rimesso assieme quelli che erano piccoli tesori familiari e personali scoperte al fine di creare un luogo di lavoro, riposo ed ispirazione. La vivacità del carattere di Gaia si legge negli accostamenti cromatici sempre molto accurati e raffinati, segno dell’educazione al bello a cui una città come Roma ha sicuramente contribuito.
Il laboratorio nasconde le vere sorprese, organizzato ed ordinato per poter ospitare le varie fasi di lavorazione necessari alla realizzazione dei capi di abbigliamento di Gaia, si legge chiaramente una stratificazione di tecniche e soluzioni formali che raccontano il desiderio della creatrice di esaltare le peculiarità del nuno feltro.
“Sono sempre in divenire, un processo non lineare, dipende da quello che voglio approfondire, non sono monodirezionale, ho una molteplicità di interessi e la mia formazione è eterogenea, in questo quadro il feltro mi permette di aprire vari mondi, dalla tintura alle decorazioni sulla stoffa, tutti mondi diversi e paralleli, ma comunque sovrapponibili.”
Dei vari campioni che Gaia ci ha mostrato non possiamo che evidenziare, come già detto, una passione per cromie forti ma raffinate, un ambito, quello delle tinture e dei pigmenti, che ha sempre caratterizzato la sua ricerca, sin dagli anni di studio a Londra, per poi approdare all’incontro con una figura che lei rammenta come centrale nella sua formazione, Agostina Zwilling e la sua Italian Felt Academy. E' proprio attraverso questi incontri che la creativa romana decide di avviare un ulteriore lavoro di stratificazione, sovrapponendo e mischiando quattro elementi dalle infinite variabili che le garantiscano un’infinità di soluzioni: tessuti, tecnica, colore, cucito.
Tessuti di varia provenienza, sete, chiffon e garze incorporati a tessuti di recupero.
La tecnica del nuno feltro, che permette di unire la definizione della falda tessile, all’imprevedibilità della fibra da infeltrire.
Il colore che varia a seconda della materia su cui si posano i pigmenti e le varie interazioni a livello molecolare.
Il lavoro di cucito, come ultimo filtro, riallinea forma e colore, armonizzando la forza delle cromie con la nitidezza del segno, un po’ come Roma sovrappone e stratifica, così il lavoro di Gaia trova la
conclusiva lettura attraverso questa stratigrafia di lavorazioni accurate e minuziose.
Per ammirare le opere di Gaia, visitate il suo shop su Etsy.
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